Cimitero Ebraico

Zona di interesse storico, Ferrara

Cimitero Ebraico


Il Cimitero Ebraico di Ferrara si trova in via delle Vigne, nei pressi della Certosa, la grande area cimiteriale della città. Soprannominato “orto degli ebrei”, il luogo in cui sorge è da sempre legato alla sepoltura; pur essendo il più grande a Ferrara, non è però l’unico che venne adibito a questo scopo: disseminati per la città si trovavano infatti altri cimiteri ebraici.

Risalente al XVII secolo, il Cimitero Ebraico ospita sepolture di varie epoche; le più antiche risalgono però all’incirca al XIX secolo, perché molte delle tombe precedenti vennero abbattute per volere del tribunale dell'Inquisizione. Ecco perché alcune aree del prato sono attualmente vuote.

Altre lapidi e monumenti funebri vennero invece reimpiegate come decorazione per i palazzi del centro. Un esempio sono le due statue equestri collocate di fronte all’ingresso del  Palazzo del Comune, che poggiano su colonne su cui sono state apposte alcune lastre provenienti proprio dalle demolizioni del Cimitero Ebraico.

Il suo portale di ingresso colpisce per le dimensioni imponenti. Il grande arco venne progettato da Ciro Contini e realizzato nel 1911. Una volta varcata questa soglia, per poter visitare il cimitero è necessario suonare un campanello e attendere che il custode arrivi ad aprire e vi introduca nell’immenso prato che si nasconde dietro alle sue porte.

La sepoltura di Giorgio Bassani al Cimitero Ebraico di Ferrara

Il Cimitero Ebraico ospita le spoglie di molti personaggi celebri appartenenti alla comunità ebraica ferrarese. Lo scrittore Giorgio Bassani è indubbiamente uno dei più noti. La sua sepoltura, dalle linee semplici e ricoperta da pietre come vuole la tradizione ebraica, si trova all’estremo opposto del cimitero rispetto al suo ingresso.

Nato a Bologna nel 1916 da una famiglia ebrea, Bassani compì i suoi studi presso l’Università di Bologna. A causa delle leggi razziali, ben presto divenne un attivista politico costretto alla clandestinità, ma nonostante ciò riuscì a pubblicare il suo primo libro nel 1940.

A Ferrara trascorse un periodo di prigionia prima di trasferirsi definitivamente a Roma. Al termine della Seconda Guerra Mondiale continuò a pubblicare opere, una delle quali venne trasposta al cinema da Florestano Vancini (“Una notte del ‘43”), e iniziò una collaborazione con registi come Luchino Visconti. Parallelamente divenne presidente di Italia Nostra, una delle prime associazioni ambientaliste in Italia.

Alla sua morte nel 2000 volle essere sepolto proprio a Ferrara, all’interno del Cimitero Ebraico, ristabilendo così un legame con i suoi luoghi d’origine in cui aveva vissuto i primi duri anni della sua esistenza.