Ex Ghetto Ebraico di Ferrara

Zona di interesse storico, Ferrara

Ex Ghetto Ebraico di Ferrara


L'area dell’ex Ghetto di Ferrara si estendeva nel centro di Ferrara, a ridosso della Cattedrale di San Giorgio, dietro alla quale si trovava una delle antiche porte di accesso al ghetto stesso. Proprio qui gli ebrei venivano convocati per ascoltare le cosiddette “prediche coatte”, sermoni che la Chiesa Cattolica imponeva alla comunità ebraica per mostrare la “vera” dottrina da seguire. Ancora oggi questo luogo è ricordato grazie a una lapide collocata sulle mura dell’ex Oratorio di San Crispino.

A Ferrara il Ghetto nacque nel 1627 e venne chiuso soltanto a pochi anni dall’Unità d'Italia, nel 1859, caso più unico che raro nel nostro paese.

Al suo interno sorgeva un gran numero di sinagoghe, ma solo tre sono giunte fino ai nostri giorni. Si tratta dell’edificio di via Mazzini 95, che ospitava appunto tre luoghi di culto: nulla di sorprendente se pensiamo ai vari riti che praticava una comunità così folta come quella degli ebrei ferraresi.

La comunità ebraica ferrarese

A Ferrara gli ebrei abitavano ben prima che venisse aperto il ghetto, convivendo in perfetta armonia con la comunità locale. A partire dal Medioevo infatti aveva attraversato una fase di costante crescita, anche economica, in particolar modo facilitata dalla presenza in città della signoria estense.

La casata ducale degli Estensi si era sempre dimostrata tollerante nei confronti della comunità ebraica ferrarese, e proprio per questo motivo Ferrara rappresentava all’epoca un porto sicuro per le famiglie ebree espulse da altre città.

I problemi iniziarono quando lo Stato Pontificio estese la propria influenza anche a questi territori. Da allora il ghetto venne separato dal resto della città tramite portoni, che venivano chiusi di sera e riaperti la mattina seguente. Una parentesi si ebbe soltanto nel 1796, quando i francesi arrivarono a Ferrara e scardinarono le porte del ghetto, che rimasero smontate fino al 1826.

Infine, in seguito all'Unità d'Italia e all’abolizione del ghetto, quest’area di Ferrara venne finalmente equiparata al resto della città. Le comunità ebraiche continuarono però a vivere al suo interno, come testimoniano anche le pagine de “Il giardino dei Finzi Contini” di Giorgio Bassani.