Le Due Torri
Bologna e le sue torri sono una cosa sola. Nel Medioevo in città se ne contavano circa un centinaio, ma solo una ventina sono sopravvissute fino ai nostri giorni; tra queste le Due Torri sono indubbiamente le più famose.
Poste al crocevia tra cinque importanti strade bolognesi - via Zamboni, via San Vitale, Strada Maggiore, via Santo Stefano e via Castiglione - alle spalle della statua di San Petronio, le Due Torri risalgono al XII secolo. In epoca medievale non erano però le uniche a svettare su questa parte della città: tra l’imbocco di via Rizzoli e Piazza della Mercanzia ce n’erano ben altre 3, che però vennero distrutte nel 1919. In quegli anni si stavano eseguendo infatti alcuni importanti lavori di modifica al tessuto urbano bolognese, che puntavano a migliorare la sicurezza e la viabilità della città.
Nell’ambito di questi interventi si decise ad esempio di allargare via Rizzoli, che causò l’infausto abbattimento delle tre torri medievali. Furono in molti ad opporsi a tale intervento, dal comitato per la Bologna storico artistica alla commissione per la conservazione dei monumenti per l'Emilia, fino al professore di filosofia Giorgio del Vecchio che lanciò una vera e propria petizione a favore della loro conservazione, appoggiata anche da personalità illustri come D’Annunzio. Ma nulla poté salvare le torri.
La Garisenda
Avvicinandosi alle Due Torri, la prima cosa che salta all’occhio è la
pendenza della Garisenda, la torre più bassa (47 metri), che è superiore addirittura a quella della Torre di Pisa. Non si tratta però di un fenomeno recente: il cedimento strutturale che l’ha provocata avvenne proprio nel corso della sua costruzione, nel XII secolo, e oggi viene
continuamente monitorata per evitare ulteriori cedimenti.
Lo stesso
Dante Alighieri la vide così durante il suo soggiorno bolognese, come testimonia l’episodio descritto nella Divina Commedia, al canto XXXI dell’Inferno, che vede come protagonista proprio la Garisenda. I versi che la immortalano sono riportati su una lastra situata ai piedi della torre, che recita:
“(…) Qual pare a riguardar la Garisenda / sotto il chinato quando un nuvol vada / sovr’essa sì ch’ella in contrario penda, / tal parve Anteo a me, che stava a bada / di vederlo chinare (…)”.
In quest’episodio dell’Inferno, Dante e Virgilio si trovano al cospetto del
gigante Anteo, a cui chiedono aiuto per superare un ostacolo incontrato lungo il loro cammino. Ecco che allora Anteo si piega verso di loro per farli salire sulle sue mani, e Dante collega subito questa immagine alla sensazione provata al cospetto della Garisenda, in una giornata nuvolosa.
La torre degli Asinelli
Edificata tra il 1109 e il 1119, la torre degli Asinelli è
alta quasi 100 metri e prende il nome dalla famiglia che ne volle la costruzione. L’Asinelli è l’edificio più alto di tutto il centro storico, e in passato venne usata anche per scopi difensivi a vantaggio della comunità bolognese: dall’alto della sua terrazza si potevano infatti scorgere i segnali d’allarme provenienti dai territori circostanti.
Ai piedi della torre vediamo invece un edificio di origine quattrocentesca, la
rocchetta, sul cui camminamento sostavano un tempo le guardie che vigilavano sullo svolgimento del cosiddetto “
mercato di mezzo”. Tale mercato si svolgeva infatti proprio attorno alle torri e non era raro che si trasformasse nell’epicentro di turbolenze e scontri. Sembra allora che in epoca viscontea le Due Torri fossero collegate da un ponte ligneo, cosicché le guardie potessero controllare meglio il suo andamento e intervenire subito ove necessario.
Di fianco all’ingresso della torre si trovano alcune
botteghe storiche, che ci aiutano a immaginare come dovevano essere le antiche botteghe di Bologna nel Medioevo.
Com’è noto, sugli Asinelli si può tutt’oggi salire per
ammirare lo spettacolo di Bologna dall’alto, con i suoi tetti colorati, i suoi campanili e le altre torri superstiti che ancora disegnano lo skyline bolognese. Un degno premio dopo la fatica di salire i
489 scalini che separano la porta d’ingresso dalla terrazza panoramica.