Tomba di Dante
La Tomba di Dante si trova nel cuore di Ravenna all’interno della cosiddetta zona del silenzio, che comprende anche il Quadrarco di Braccioforte, i Chiostri Francescani e la Basilica di San Francesco. Inaugurata nel 1936, tale area venne così chiamata dall'architetto Giorgio Rosi per sottolineare l'importanza del silenzio come atto di rispetto e raccoglimento verso questo luogo pieno di storia.
Luogo di sepoltura del padre della lingua italiana moderna, la tomba testimonia inoltre il passaggio del Sommo Poeta in città. Dante Alighieri era stato esiliato dalla sua città natale, Firenze, e in seguito ad alcune peregrinazioni giunse infine a Ravenna, dove venne accolto dalla corte dei Da Polenta e dove rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1321.
Il tempietto neoclassico
Realizzato tra il 1780 e il 1782 dall’architetto ravennate
Camillo Morigia, la Tomba di Dante fu costruita per volere del cardinale legato Luigi Valenti Gonzaga con l'intento di dare una degna sepoltura al Sommo Poeta.
Il tempietto si presenta in
stile neoclassico, con linee semplici e raffinate. All’interno troviamo un rivestimento in marmo e una ghirlanda di bronzo, omaggio dell’esercito in seguito alla Prima Guerra Mondiale. Entrambe le decorazioni sono frutto infatti di un'aggiunta novecentesca avvenuta in particolare nel 1921, l’anno in cui cadde il Secentenario dalla morte di Dante.
Il
ritratto marmoreo del poeta che vediamo all’interno è invece opera dello scultore Pietro Lombardo e risale al 1483. Altra particolarità della tomba è l’ampolla votiva donata dalle città giuliano-dalmate nel 1908, che arde perenne grazie all’olio donato ogni anno dal Comune di Firenze in omaggio al Sommo Poeta.
Il Quadrarco di Braccioforte
A fianco del tempietto si apre il
Quadrarco di Braccioforte, una struttura a pianta quadrangolare con al centro due sarcofagi risalenti al V secolo e una collinetta legata alla
storia delle ossa di Dante.
Le spoglia del poeta non sono sempre state all’interno dell’attuale tomba: per secoli vennero infatti
custodite all’interno delle mura del Convento di San Francesco, così da sottrarle alle mire dei fiorentini che ne reclamavano la proprietà. Ritrovate poi nel 1865, i resti mortali del poeta vennero trasportati all’interno del tempietto odierno dove hanno riposato fino ad oggi, con una piccola eccezione: per proteggerle da eventuali danneggiamenti, durante la Seconda Guerra Mondiale vennero nascoste proprio nella collinetta del Quadrarco di Braccioforte.
Il nome di tale struttura sembra derivare da una leggenda popolare secondo cui proprio in questo luogo venne stretto un giuramento da parte di due uomini pii, che per l’occasione invocarono la protezione e l'aiuto del “braccio forte di Cristo”.