Museo Civico Medievale

Museo, Bologna

Museo Civico Medievale


Il Museo Civico Medievale di Bologna si trova in via Manzoni, una traversa di via Indipendenza. Al suo interno ospita una ricca collezione di opere e manufatti di epoca medievale, con testimonianze risalenti anche all’VIII-IX secolo.

L’origine delle collezioni

La nascita del museo si deve alla tradizione delle raccolte private di grandi personalità della scienza, che nel corso del tempo confluirono nelle sue collezioni. Tra le più importanti citiamo quella dello scienziato e naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi (1522-1605), fondatore dell’orto botanico cittadino, e di Ferdinando Cospi (1606-1686), diplomatico del Granducato di Toscana che durante i suoi viaggi raccolse numerosi oggetti e reperti di vario tipo, tanto da creare la sua personale Wunderkammer.

Anche una parte della collezione privata di Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730) è oggi visibile all’interno del Museo Medievale. Marsili fu uno scienziato, militare, geologo e grande viaggiatore bolognese dall’esistenza molto avventurosa, a cui dobbiamo la fondazione dell’lstituto delle Scienze di Palazzo Poggi. Proprio in tale istituto vennero riunite tutte le sue collezioni, perché potessero essere studiate dai posteri.

Le opere in mostra all’interno del Museo Medievale erano in origine ospitate all’interno del Museo Civico Archeologico di Bologna, che all’epoca in cui vennero istituiti i vari musei civici cittadini comprendevano anche un’ala dedicata al Medioevo. Man mano che le collezioni crescevano, divenne chiaro che la sede del Museo Archeologico non era più adatta a conservarle in toto. Nel 1984 vennero quindi in parte trasferite all'interno di Palazzo Ghisilardi Fava e fu così che nacque l'attuale Museo Medievale.

Le sale del Museo Medievale

Le collezioni del Museo Medievale sono davvero ampie. All’interno delle sue sale si trovano oggetti e reperti di varia natura, a partire dalle sale iniziali. Qui sono esposti oggetti appartenenti alle grandi personalità sopra citate, tra cui una stampa che raffigura la celebre Wunderkammer seicentesca di Ferdinando Cospi, una cosiddetta camera delle meraviglie dove si raccoglievano oggetti vari senza un criterio particolare di esposizione.

L’itinerario prosegue al piano terra con le grandi arche dei dottori dell'Università di Bologna scolpite dai fratelli Dalle Masegne, oggetti di oreficeria longobarda, parti dell’antica cerchia di mura in selenite e la statua di Bonifacio VIII, un tempo addossata alla facciata principale di Palazzo d'Accursio, in Piazza Maggiore, in memoria dell’intervento benefico del papa in una contesa tra Bologna e Ferrara.

Dopo aver ammirato ulteriori sepolture dei dottori dello studium bolognese al piano seminterrato, il percorso museale continua al piano superiore, dove si incontra dapprima una collezione di vetri ed avori, poi la collezione di armi di Ferdinando Marsili. Infine, nella sala dei bronzi troviamo alcune delle statue più significative della città, tra cui il bronzo raffigurante il Nettuno eseguito da Giambologna per l’omonima fontana.

Palazzo Ghisilardi Fava

Veniamo ora al palazzo che ospita il Museo Medievale di Bologna, Palazzo Ghisilardi Fava, che sorge in un luogo di grande importanza per la città di Bologna. Proprio qui, infatti, nel XI secolo si trovava la Rocca Imperiale, simbolo del potere franco, distrutta in un assedio nel 1115 e poi sostituita con una serie di edifici privati. La Rocca poggiava sulle antiche mura di selenite di epoca romana, in parte ancora visibili all'interno del museo.

Nel 1483 il palazzo venne acquistato da Bartolomeo Ghisilardi, appartenente ad una delle famiglie alleate con i Bentivoglio, che avviò un processo di ristrutturazione dell’edificio ma preservò la torre in precedenza appartenuta alla famiglia nobile dei Conoscenti. Con questo atto, i possidenti ma non nobili Ghisilardi desideravano elevarsi al rango dei loro predecessori: avere una torre era infatti un simbolo di prestigio, e solo le famiglie nobili potevano erigerle. La torre è ancora visibile nel cortile centrale del museo; dalla parte opposta si trovano invece quattro grandi mensoloni di arenaria, uno di questi inciso con le iniziali B. e G. di Bartolomeo Ghisilardi.